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"Zero a Zero" tra ricordi, emozioni e tanta voglia di musica

La seconda data sold out del tour "Zero a Zero, una sfida in musica" a Mantova regala l'arte di Renato Zero senza limite alcuno


Renato Zero sul palco in tour 2023
Renato Zero a Mantova per la seconda data cittadina di "Zero a Zero, una sfida in musica"

L'arte di Renato Zero tra musica e parole


Immagini, emozioni, una vita scandita dalla musica, dai testi, dai pensieri di Renato Zero. La sensazione percepita tra le prime file (e non solo) del PalaUnical di Mantova per la seconda data del tour “Zero a Zero, una sfida in musica” era di essere parte di una famiglia. Una famiglia che macina chilometri per vivere serate d’arte assieme al proprio idolo. Una famiglia composta e partecipe, rispettosa e riconoscente. Una famiglia eterogenea che attraversa le generazioni. Una famiglia che si dà appuntamento ogni volta che Renato Zero sale sul palcoscenico e incanta con la sua arte.

Già, arte. Arte senza limite alcuno. Arte coraggiosa. Arte libera e pura. Arte che prende il suo tempo e il suo spazio. Arte che esiste e che si percepisce. E si mescola ai sorrisi, alle lacrime, agli sguardi d’intesa con il pubblico, il suo pubblico.


“Zero a Zero, una sfida in musica”: uno show tra evergreen e riflessioni profonde

Tre ore di show (definirlo concerto è riduttivo) in cui Renato Zero interpreta brani che hanno accompagnato ragazzi, oggi adulti e domani chissà. Ma anche ragazzi di oggi che, grazie alla musica di Renato Zero, provano emozioni e si affidano alle sue parole.

Uno show in cui l'artista è affiancato da undici ballerini e ballerine, musicisti e coristi, video parlanti, sketch registrati tra Renato e il suo alter ego Zero per rendere totalizzante uno spettacolo avvolgente.

La serata si apre sulle note di “Quel bellissimo niente”, brano dedicato alla sua città, Roma. E poi un omaggio al pubblico con il testo della canzone che ha preso vita all’interno del palazzetto stampato su infinite cartoline di carta con una dedica su un lato - “A te!” - per ricordare nel tempo il concerto vissuto.

Racconti, pensieri e successi: l'abbraccio di Renato Zero


Renato Zero si è raccontato, ha narrato, ha espresso opinioni tra un brano e l’altro per introdurre una tematica o semplicemente per condividere un pensiero con il suo pubblico. E poi tanto spazio alle canzoni. Quelle eterne che hanno accompagnato avventure, camuffato la solitudine, quelle che hanno contribuito a sentirsi compresi, capiti, accolti nel mondo. Da “Io uguale Io”, “Vivo” e “Niente trucco, per me”, “Cercami”, “Svegliatevi poeti”, “Marciapiedi”, “Rivoluzione” fino alla travolgente “La favola mia”. Tanti tasselli che risvegliano ricordi, tante immagini che riaccendono quell’entusiasmo di momenti vissuti e di tanti che ancora dovranno arrivare.


È in gran forma Renato Zero. Balla, canta, interpreta, comunica, si commuove di fronte all’affetto e agli infiniti applausi. Ricorda artisti che oggi hanno lasciato la Terra per una nuova meta là, in alto. Canta per loro mentre sul led scorrono i loro nomi.

Tra un cielo stellato, una panchina con un lampione, un coppia interpretata dal corpo di ballo da salutare, si avvertono le inconfondibili note di “I migliori anni nella nostra vita” con gli anni che scorrono per sottolineare la strada percorsa insieme. Gli occhi lucidi di qualcuno, gli abbracci, i ricordi si materializzano. Renato Zero lo sa, lo avverte, vive le stesse sensazioni del suo pubblico ripercorrendo gli anni, i costumi di scena indossati, le idee, le proposte artistiche.


“Non dimenticatemi”, urla alla fine.


E come si può dimenticare un artista di questo calibro? Un artista che unisce generazioni, che ha divulgato arte e che ha costruito una famiglia così grande, trasversale, pura e unita?


“Tutto quello che c’è fuori rimane dov’è

Tu sorridi, tu piangi, tu canti con me

Forse torni bambino e una lacrima va”

(La favola mia)




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