Ultima serata con i successi degli anni '60, '70, '80 e '90 all'Arena di Verona e su Rai1
Max Pezzali e Mauro Repetto: che spettacolo!
All’Arena non si aspettava altro che ballare sulle note dei più grandi successi degli 883 e così è stato. Tutti in piedi e non poteva essere altrimenti non appena Amadeus ha invitato sul palco Max Pezzali e Mauro Repetto. Gli 883 di nuovo riuniti sul palco (e che palco!) con un’energia talmente coinvolgente da far cantare e ballare tutta l’Arena. Chi non ha intonato in auto, con gli amici, durante uno degli infiniti capodanni trascorsi in compagnia la canzone “Sei un mito”? Oppure chi non ha cercato di sfoderare la propria abilità canora in “Nord, sud, ovest, est” o in “Hanno ucciso l’uomo ragno”? Tempi passati ma che davvero passati non sono perché sono bastate due note e qualche parola per far alzare in piedi e cantare persone di ogni età.
Max Pezzali e Mauro Repetto sembravano non aver mai smesso di cantare insieme. Sul palco dell’Arena si sono divertiti, hanno coinvolto tutti, ma proprio tutti. Che bella soddisfazione sia per il pubblico che (immagino) per gli artisti. Incrociare i sorrisi e sguardi divertiti (e per la cronaca anche qualche occhio lucido, appena appena, poco poco, ma c’era) tra il pubblico dava una carica supplementare a quella offerta dagli 883. Una bella sorpresa ad Arena Suzuki, un regalo che non si dimenticherà facilmente perché le canzoni cantate nei medley proposti avranno lunga, lunghissima vita.
Michele Zarrillo: che magia!
Dai balli e canti scatenati alla magia creata da Michele Zarrillo con le sue indimenticabili canzoni, tra le quali “Cinque giorni”. Non c’è niente da fare, l’Arena di Verona riesce a offrire un’atmosfera pazzesca, difficile da raccontare o da descrivere perché ogni parola sfiora solamente quanto davvero percepito. La voce di Zarrillo è magica, come è magica l’Arena. La sensazione è quella di essere inseriti all’interno di una bolla che abbraccia e fa stare bene il pubblico. Una bolla in cui l’emozione è amplificata ed è talmente potente da non poterne fare a meno. Proprio come la voce di Michele Zarrillo
Patty Pravo: divina come sempre
Patty Pravo ha una dote innata, impossibile da spiegare e tantomeno da replicare: catalizza l’attenzione non appena fa il suo ingresso sul palco. E gli occhi del pubblico non possono fare altro che rimanere incantati di fronte alla sua elegante presenza scenica e interpretativa. Sulle note di “Dimmi che non vuoi morire” tutto il pubblico dell’Arena ha seguito l’artista commuovendosi e cantando insieme uno dei brani che ha fatto la sua e la storia della musica italiana. Lo stesso per “Pazza idea”, una delle canzoni che sa sempre coinvolgere per testo, interpretazione e per atmosfera. E alla fine meritatissima standing ovation alla carriera, alla grande artista e alla sua unicità.
Al Bano: la potenza della voce
Il medley di Al Bano non ha bisogno di molte spiegazioni. Basta ascoltarlo per rendersi conto della potenza vocale di un artista che mantiene ancora oggi una vocalità pazzesca e inarrivabile. Il pubblico non ha esitato a rendergli omaggio, non solo accompagnandolo con la voce ma anche con applausi scroscianti.
Dalla musica Italiana ai brani stranieri che più hanno fatto ballare: “Born to be alive” di Patrick Hernandez, “The rhythm of the night” di Corona e “We are family” delle Sister Sledge.
Una serata da ricordare, quest’ultima di Arena Suzuki. Un format che funziona e che sa intercettare un pubblico trasversale con un mix tra momenti commoventi, divertenti e entusiasmanti.
All’anno prossimo Arena Suzuki!
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