E vittoria dell'Ucraina fu!
Quattrocentotrentanove punti al televoto. Così la Kalush Orchestra si è aggiudicata la prima posizione nell’edizione ospitata dall’Italia dell’Eurovision Song Contest. La vittoria del cuore, della solidarietà, dell’amicizia. Ma anche della musica, non dimentichiamolo. Può piacere o meno il genere portato sul palco dal gruppo ucraino, ma la loro esibizione è stata semplice, diretta, comunicativa e il testo della canzone “Stefania” dedicato alla madre dal cantante della band Oleh Psiuk ha contribuito ad attirare l’attenzione del pubblico per dolcezza e umanità.
Una vittoria discussa, ma alla fine quando è il televoto a spingere in alto un artista e una canzone c’è poco da recriminare. E’ il pubblico che acquista i dischi, che va ai concerti, che ascolta musica. E se la musica può intrecciarsi con un messaggio di solidarietà perché gettare ombre su questo? La Kalush Orchestra ha vinto per molti motivi. Anche per solidarietà, ma dal mio punto di vista non solo per questo.
L’Italia con Mahmood e Blanco
Sinceramente? Avendo ascoltato e visto l’esibizione di Mahmood e Blanco non mi sarei aspettata la vittoria. Ci speravo, un po’ come tutti, ma oggettivamente la performance non è stata delle migliori. Mi sono emozionata molto di più durante le esibizioni al Festival di Sanremo perché le avevo trovate impeccabili (a parte qualche lieve sbavatura che ci sta perché la musica live è anche questo). Nella finale dell’Eurovision credo che l’emozione abbia pesato parecchio perché ci sono state tante imprecisioni nell’intonazione. Capita, sono umani. Succede. Però bisogna essere oggettivi. Se mi contestate altri artisti per una intonazione non perfetta, è giusto essere obiettivi e sollevare lo stesso problema anche nell’esibizione italiana. La canzone “Brividi” non si discute: è bella, arriva al pubblico, è dosata al punto giusto. Nel complesso, forse, mi sarei aspettata una o due posizioni più in alto in classifica, ma non cambia assolutamente nulla. Ci riproveremo, un giorno.
Achille Lauro e San Marino
Credo che il boato del pubblico basti per dire che la performance di Lauro (con "Stripper") abbia colpito e non poco. Spostandosi sui social si è assistito ad un gran fermento e sono giunti molti apprezzamenti anche da altri Paesi. Sinceramente mi è dispiaciuto non averlo visto in finale, però il giudizio delle giurie e del pubblico va rispettato. L’intonazione non è il cavallo di battaglia dell’artista romano (anche se dal mio punto di vista è migliorato parecchio rispetto al primo Sanremo), però tutto il resto è stato un viaggio molto d’impatto. Lo show, la performance studiata nei minimi particolari hanno raccontato la canzone. Non è bastato a convincere le giurie. Ci riproverà il prossimo anno? Chissà. Un modo ci sarebbe …..(vedi il Festival di Sanremo 2023….!).
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